C’è una realtà parallela al nostro universo conosciuto che vive ai margini del campo visivo senza mai sfiorarci. Così è per gli scacchi. Cattolica ha un suo circolo di scacchi, non si vede ma esso esiste, respira e si moltiplica (molto lentamente, questo sì, ma con pervicacia). Il Circolo Scacchistico”Regina” ha prodotto un’agguerrita formazione di scacchisti che milita in un torneo nazionale, il Campionato Italiano a Squadre organizzato dalla FSI (Federazione Scacchistica Italiana, riconosciuta dal CONI). Il campionato si è concluso domenica scorsa e la Regina di Cattolica ha centrato l’incredibile obiettivo della promozione in serie B, un evento monumentale per un circolo che conta una quindicina di tesserati.
La notizia potrebbe anche scivolare via senza particolare interesse, ma in un contesto dove lo sport cattolichino sta naufragando con il Cattolica Calcio che sta mestamente concludendo all’ultimo posto in classifica il campionato Nazionale Dilettanti, mi sembrava giusto rimarcare questa bella prova.
Ma in cosa consiste un campionato a squadre di scacchi? Generalmente ci si figura gli scacchi come sport individuale ed è così. Esiste però la possibilità di dar vita ad una squadra composta da 4 giocatori, disposti su altrettante scacchiere adiacenti, capitanati da un caposquadra che cerca di disegnare la tattica della squadra, decide la disposizione dei giocatori sulle varie scacchiere (dalla prima per il più forte a scendere fino alla quarta), ha l’ultima parola in caso di richiesta di patta (se proporla all’avversario, o casa rispondere ad un avversario che la propone). Di solito il capitano è anche un giocatore. Ci si confronta con la squadra avversaria in 4 partite dunque, regolate da un orologio che scandisce il tempo di ogni mossa: ogni giocatore ha a disposizione un tempo di 2 ore complessive per concludere le proprie mosse in tempo utile per aggiudicarsi la partita, in caso contrario (ossia di sforamento di tale limite) la partita viene assegnata all’avversario, anche qualora questi si trovi in chiaro svantaggio materiale o posizionale. Chiaramente l’esito della sfida a squadre viene regolata a seconda dei risultati delle singole scacchiere: 1 punto per la vittoria e 0,5 per la patta.
I gladiatori delle 64 caselle che hanno reso possibile il trionfo sono: in prima scacchiera il maestro Andrea Magalotti, in seconda scacchiera il capitano della squadra e candidato maestro Massimiliano Ferri, in terza scacchiera la seconda nazionale Marco Sala, in quarta scacchiera la seconda nazionale Daniele Andruccioli, come riserve la seconda nazionale Luca Regini, il sottoscritto seconda nazionale Marco Belemmi (che non ha mai giocato per raggiunti limiti di decadimento scacchistico, ma si autoinclude in questa lista per puro narcisismo), il non classificato Victor Valdes da Cuba (apprezzato percussionista oltre che meritevole scacchista).
Il circolo scacchistico “Regina” invita chiunque abbia animo di festeggiare la promozione o comunque di entrare nel rovello scacchistico e di carpirne i segreti, alla serata di Gala il 25 aprile presso il pub RoundHouse di Cattolica, in via Del Prete 130, dalle ore 22.00 in poi.
Ci saranno ad aspettarvi fiumi di birra e un arrocco apparecchiato sulla scacchiera con l’orologio che, tic toc, ha già cominciato a scandire il suo tempo e che attende, meccanico, la vostra prossima mossa.
Categoria: Eventi
Cesare Zavattini fa parte di quella categoria di intellettuali che nel dopoguerra ha saputo ridare linfa e vitalità ad una nazione prostrata da una guerra spaventosa e dilaniante. Era un uomo eclettico, dai mille interessi, che distillò il suo talento visionario attraverso il lavoro di sceneggiatore per il cinema. Dalla collaborazione con Vittorio De Sica nacquero i capolavori neorealistici che tutti conosciamo: da Sciuscià a Ladri di Biclette. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1989, collaborò a oltre 80 film con registi del calibro di Antonioni, Fellini, Rossellini, Germi, Visconti e molti altri.
Fu autore anche di libri scritti con mano lievissima, un piglio narrativo capace di sollevare il grigiore del quotidiano e di sublimarlo attraverso un’ironia mai gratuita, mai scontata.
Pochi forse sanno che Cesare Zavattini era anche un grande collezionista di opere d’arte. Ora grazie al Comune di Riccione e alla dottoressa Vittoria Coen che ne è la curatrice, esordisce il 1 aprile “De Minimis” una mostra ospitata presso i locali di Villa Mussolini a Riccione che raccoglie ed espone i piccoli capolavori presenti nell’archivio Zavattini. Si tratta di dipinti, bozzetti, disegni, schizzi ricevuti in dono dagli amici artisti. Si potrebbe quasi definire una cronistoria per fotogrammi d’autore: dal dopoguerra ai nostri giorni.
Di seguito allego il comunicato stampa con cui il sito culturale del comune di Riccione ne da notizia:
“Cesare Zavattini uomo poliedrico. Bisognerebbe parlarne al plurale”. Inizia così la presentazione della dott.ssa Vittoria Coen, curatrice della mostra che racconta il percorso collezionistico di una delle personalità creative più vitali del secolo da poco trascorso. La collezione di “opere minime”, perché misurano solo cm. 8 x 10 ciascuna, nasce all’inizio degli Anni ’40, quando Zavattini ricevette il bozzetto di un dipinto di Massimo Campigli, artista da lui particolarmente stimato. Dai carteggi con il noto gallerista Renato Cardazzo emerge, infatti, fin da allora, l’amore per il piccolo formato. In effetti da molti è stata notata l’affinità con il fotogramma cinematografico, come se questa raccolta fosse il risultato di un unico e variopinto percorso visivo.
In un’ epoca caratterizzata dalla serialità e dalla sterminata riproducibilità artistica, il collezionista Zavattini voleva ancora opere uniche, pretendendo l'”aura”, l’impronta dell’artista: un piccolo capolavoro può rivelarsi, infatti, anche in pochi centimetri. Ecco, quindi, che dipinti, disegni, collages, per un totale di 360 opere, provenienti dal Museo d’arte delle generazioni italiane del ‘900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento (Bo), riveleranno un campionario di tendenze, di movimenti, di inclinazioni anche singole, di tanti artisti che hanno cercato la loro strada nel calore delle dialettiche vive o/e nella propria solitudine riflessiva.
Vi sono ritratti e autoritratti, paesaggi e composizioni astratte degli amici e di alcuni protagonisti dell’arte italiana del XX secolo, da De Pisis a Marini, da Manzù a Fazzini, da Ligabue a Rosai e Melotti, fino ai più vicini Lombardo, Mambor, Fioroni, per citare solo alcuni fra i nomi in mostra.
Lo scenografo, il pittore, il grandissimo esponente del Neorealismo italiano collaboratore, fra gli altri, di Antonio De Sica [in realtà Vittorio ndr] per molti suoi film, si scorgono in questa scelta articolata.
Una collezione eclettica diviene lo specchio di una personalità così versatile, quale è quella di Cesare Zavattini, e nello stesso tempo rappresenta un viaggio nel tempo che coglie attentamente alcuni momenti della nostra storia, visti attraverso lo sguardo attento degli uomini sensibili.”
Organizzato da: Comune di Riccione – Assessorato alla cultura
Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
Quando: 1 aprile – 13 maggio 2007
Dove: VILLA MUSSOLINI- lungomare della libertà
Info: Assessorato alla cultura – tel.0541 608285 -83 (ore 8-13)
Villa Mussolini – tel 0541-601457 (giorni di apertura)
[in apertura un’opera di Renato Mambor]
Domani, venerdì 23 marzo al Teatro Massari di San Giovanni in Marignano (RN) nell’ambito del cartellone jazz proposto per la stagione 2006/2007 da Melodica si conclude la rassegna di jazz acustico con i paesaggi sonori del Massimo Minardi Quartet e l’eclettico sax di Dimitri Grechi Espinoza.
Venerdì 23 marzo, a partire dalle 21,30, il piccolo Teatro Massari di San Giovanni in Marignano (RN) sarà dunque pervaso dalle note del Massimo Minardi Quartet. Un combo di stelle del jazz italiano, e non solo, che vede il chitarrista milanese Massimo Minardi affiancato da Dimitri Grechi Espinoza (sax alto), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso) e Massimo Pintori (batteria)
Massimo Minardi è uno dei chitarristi jazz italiani più intraprendenti. Chef di alto livello, cesellatore di ricami sonori preziosi, alterna esibizioni dal vivo a periodiche clinics (lezioni suonate) presso istituzioni musicali italiane ed europee. Da diversi anni ha allargato i propri orizzonti musicali al mondo latino americano e avviato un lungo sodalizio artistico con la cantante Adi Souza. Dalla fine degli anni ’90 ha dato vita ad un affiatato trio con il poderoso contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer e lo spettacolare batterista Massimo Pintori. Formazione aperta alle partecipazioni esterne come quella, frequente ed efficace, del sassofonista di origini russe Dimitri Grechi Espinoza, nome che negli ultimi anni sta godendo di una popolarità crescente in quanto autore di un’interessante ricerca musicale sul rapporto tra jazz, tradizioni afroamericane e contaminazioni blues.
Titolo della serata al Teatro Massari sarà (H)ope’n Standard, derivato da uno dei più riusciti album della formazione: (H)ope’n Space. Un titolo che preannuncia un repertorio che sorprenderà il pubblico grazie ad una rilettura non convenzionale dei temi classici del jazz d’autore. Paesaggi sonori tradizionali e innovativi al tempo stesso per un’ultima serata della stagione di Melodica Jazz all’insegna dell’eclettismo e della libertà interpretativa.
Ieri mattina alle ore 12.00, presso la sala Buonarrivo nella Sede della Provincia di Rimini, è stato presentato in una conferenza stampa il nuovo network di blogger ospitato sul portale della Provincia di Rimini. Andrea Gnassi, assessore provinciale al turismo ha presentato il progetto, in collaborazione con Valerio Lessi, curatore, e Marco Barulli, consulente tecnico. La scommessa è quella di raccontare una Riviera riminese che non viva soltanto nelle fredde parole del marketing per la promozione turistica, ma che invece venga raccontata da chi la vive in prima persona attraverso lo stile personale e intimistico che solo il blog può conferire al racconto. L’obiettivo è quello di fornire un’immagine più autentica della Riviera romagnola , se vogliamo meno patinata ma più genuina. Si cercherà in questo modo di accostare a Rimini e alla sua provincia (Riccione, Misano Adriatico, Cattolica in primis) un target turistico più giovane e intraprendente, una categoria che pianifica le proprie vacanze attraverso l’attento vaglio delle fonti in rete e fa ampio uso dello strumento del blog per raccogliere le proprie informazioni ed orientarsi per la scelta finale. Hanno partecipato all’evento anche alcuni dei protagonisti del progetto, ovvero i bloggers: il già citato Valerio Lessi, Lui Tasini, Marco Belemmi (il sottoscritto), Michele Galluzzi, Chicco Giuliani.
Lateralmente all’esposizione di questo progetto si è ritornati sulla polemica Italia.it e Provincia di Rimini partita proprio dal blog di Valerio Lessi e rimbalzata anche su questo blog. Gnassi ha confermato l’adesione della Provincia di Rimini al RItaliaCamp, un campus, o come si preferisce definirla con un’audace litote carroliana: una nonconferenza (ricordate il noncompleanno del Cappellaio Matto?) aperta a tutte le teste pensanti per riprogettare Italia.it e fornire al Paese un portale turistico degno di questo nome. L’evento è previsto per il 31 marzo presso l’università Bicocca di Milano.
Ricevo e pubblico molto volentieri un video relativo alla festa della Rustida di Cattolica, tenuta come d’abitudine in piazza Primo Maggio (la celeberrima piazza delle Fontane, cuore nevralgico di Cattolica) nel luglio 2006.
La festa è organizzata dai bagnini di Cattolica ed è un tributo a tutti i gentili ospiti che hanno onorato Cattolica della loro preferenza. Naturalmente anche gli Hotel Cattolica come l’Hotel Boston sostengono simpaticamente l’iniziativa e gli stessi albergatori, se non sono oberati dagli impegni, non si fanno certo sfuggire l’occasione di partecipare e fare baldoria insieme ai colleghi bagnini. La Rustida si tiene due volte a stagione, una volta in luglio ed una in agosto. Nel corso della manifestazione viene distribuito dell’ottimo pesce fresco dell’Adriatico (la fatal Saraghina), il pesce viene arrostito al momento dagli stessi bagnini e subito distribuito a tutti gli astanti. La Saraghina ha l’arcano potere di far saggiare l’Infinito con i suoi croccanti sillogismi. Freschissimo Trebbiano di Romagna innaffia il tutto e precipita il pellegrino in un Nirvana di piacere anecoico. Completa il momento di alto godimento sensoriale un’esibizione dell’Orchestra Casadei con liscio a volontà (poteva forse essere altrimenti?).
Il video, che trovate in calce, è stato filmato, montato e ideato da Giuseppe Masi, bagnino della zona balneare Alta Marea di Cattolica, ed è di una vividezza e di una naturalezza veramente pregevoli.
Buona visione.
Nell’aprile 2004 m’imbattei in un episodio curioso durante il concerto del duo Rava– Moroni tenutosi al Teatro della Regina di Cattolica. In pratica fu un banale alterco tra un manipolo di jazz enthusiasts ritrovatisi ( e scontratisi) nel foyer poco prima del concerto. Così ne rendevo conto su it.arti.musica.jazz, con stile fin troppo gigionesco:
Prima del concerto prendo a bighellonare per il foyer e chi ti vedo: un omarino che espone una catasta di cd di quel tipo di musica rispondente al nome di Jazz.
Orbene, dico, ques’uomo viene incontro egregiamente ai miei gusti musicali, perchè non premiarlo acquistando alcuni dei suoi ottimi prodotti? Noto con arguzia che tutti i Cd sono marchiati Philology e scopro, con rimarchevole perspicacia, che il signore altri non è che che il patron dell’omonima casa discografica. Corbezzoli, penso, si fa doppiamente interessante la cosa.
Mi accingo ad acquistare, dopo lungo travaglio, il cd denominato “Rava plays Rava“, con il nostro eroe in coppia con Stefano Bollani, valente pianista di cui non ho bisogno di tessere le lodi dinanzi a cotanta competente platea. Si fa sotto un terzo figuro, che sopravanzandomi all’italica maniera di chi infingardamente supera per principio e giammai per prevaricazione, getta un’occhiata in tralice al mio prezioso carnet e si lascia sfuggire: “eh! questi schiacciatasti nostrani” (cit.). Tosto il colorito del nostro omarino si fa vieppiù violaceo ed inizia un alterco di cui vi risparmio le mordaci stoccate.
Nel mio pertugio leporellesco mentre i due titani si affrontano prendo nota della seguente affermazione: “Stefano Bollani è attualmente il più grande pianista in circolazione”.
Al che un quarto individuo fa notare che forse, eventualmente, nel ventaglio delle ipotesi, esisterebbero valide alternative possibili quali (tal) Jarrett Keith o (tal) Mehldau Brad.
Ed è in questo preciso istante che fu proferita la sentenza che voglio sia l’imperitura epigrafe di questo mellifluo, ma quantomai veritiero post: “Stefano Bollani se li incarta e se li mangia a colazione quei due, com’è vero che mi intendo di Jazz”.
Insomma volavano pianisti come palle da tennis. L’alterco continuò fino alle prime note del concerto (!) e riuscì ad essere placato soltanto dalla cascata di musica che inondò il teatro tutto. Ora, perchè ritorno su questo (remoto) battibecco? In prima istanza perchè avevo voglia di parlare un pò di jazz nel blog, argomento finora latitante. E poi perchè stamane al supermercato mi sono imbattuto in un match dialettico che mi ha ricordato i jazz-ultrà di quella sera. C’erano queste due attempate massaie che si sbranavano ferocemente su chi fosse stata più brava tra Milva e Antonella Ruggiero ieri sera a Sanremo. Le due arzille carampane si accapigliavano tra il banco dello stracchino e quello degli yogurth, un epico scontro a suon di fermenti lattici. “Tu che ne sai della Milva, eh? C’ha ‘na voce che hai voglia la Rugero (sic)” “Ma va là dai, mo smetla! Chè quando la Ruggiero cantava coi Matia Basar (sic) la Milva non la vedeva gnenca… e anche adess l’ha na vosa da pelledoca, da pelledoca ‘a deg”. L’ultimo “pelledoca” è un ruggito che squaglia l’ultimo velo di stracchino, e si son lasciate così, con quel “pelledoca” a riverberare tra le tredici varietà di squacquerone come un’onda stazionaria invincibile…
Dal 28 aprile fino al 1 maggio riapre i battenti Cattolica In Fiore, la rassegna floreale e botanica che coinvolge tutte le principali arterie del centro cittadino precipitandole in un turbinio di clorofilla e fotosintesi.
Per l’occasione sono attesi espositori da ogni serra d’Europa. In particolare quest’anno l’attesa è focalizzata su due standisti di chiarissima fama che onoreranno della loro presenza la manifestazione. Si tratta nientemeno che dei signori Wallace & Gromit, illustri vivaisti inglesi e ingegnosi anti-pesto. Il più assoluto riserbo è mantenuto sulla creazione vegetale che presenteranno alla kermesse cattolichina, tuttavia qualcosa è trapelato sui voraci tabloid d’oltremanica. Pare che la creatura arborea in questione abbia a che fare con una Zucchina Gigante. Il signor Wallace, nel corso di un’ispezione in loco, ha recentemente preteso garanzie circa la sicurezza e l’incolumità del Cucurbitaceo, chiedendo senza mezzi termini la presenza di non meno di 500 (cinquecento) uomini delle forze dell’ordine a vegliare sul verde pupillo. Dal canto suo il sig. Gromit è stato abbastanza lapidario e si è limitato a inarcare un paio di volte il sopracciglio alla vista delle lussuriose fontane dinanzi a Palazzo Mancini (il municipio di Cattolica, piazza d’onore riservata allo stand dei due illustri scienziati). Il sig. Wallace ha infatti spiegato, cogliendo la perplessità del suo collega e traducendola in parole, come questo particolare tipo di vegetale tema il cloro presente nell’acqua delle fontane e come questo possa venire a contatto con la superficie della Zucchina mediante nebulizzazione degli spruzzi e vento sfavorevole per poi intaccarne irrimediabilmente il manto e il bouquet. Si è quindi concordato per la costruzione di un gigantesco paraspruzzi in kevlar, da erigersi 24 ore prima dell’esposizione del Gran Vegetale, tutto intorno allo stand. Si è altresì ratificato di installare nelle immediate vicinanze uno stand di formaggi tipici italiani al fine di permettere al sig. Wallace di ristorarsi durante il duro lavoro fieristico.
In questo momento, partiti i due luminari, si deve purtroppo registrare l’aspra protesta degli standisti di orchidee e fiori esotici, fermamente contrari all’idea di avere una Santa Barbara stracolma di Gorgonzola atta a inquinare i delicati effluvi delle loro ardite composizioni floreali.
Una notizia dell’ultima ora accredita l’ipotesi che si stia lavorando a una particolare versione di Gorgonzola che recepisca le spore dei fiori e le restituisca sotto forma di un più accettabile aroma di squacquerone, in definitiva giudicato meno invasivo rispetto alla pungente fragranza del cugino lombardo.
Si tratta infine serratamente sul Pecorino.
Silvestro Lega e i Macchiaioli a Forlì
Dal 14 Gennaio fino al 24 giugno 2007 presso i Musei San Domenico di Forlì la Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì in collaborazione con il comune di Forlì organizza la mostra: “Silvestro Lega – I macchiaioli ed il Quattrocento”.
La Mostra è veramente uno di quegli eventi da non lasciarsi sfuggire. L’occasione è quella di approfondire la conoscenza di quel vasto movimento artistico che prese il nome di”Macchiaoli” e segnatamente di Silvestro Lega, talentuoso pittore romagnolo che fu fondamentale esponente di quel movimento. Riporto un brano dall’interessante biografia presente nel sito ufficiale della mostra linkato nel titolo del post:
“Silvestro Lega è stato, con Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, l’indiscutibile protagonista di quella fondamentale esperienza della pittura italiana dell’Ottocento che ha riunito, sotto l’etichetta prima dispregiativa e poi divenuta molto popolare di Macchiaioli, artisti di varia provenienza che trovarono a Firenze e nella campagna toscana l’ambiente più adatto per sperimentare un modo rivoluzionario di rappresentare la realtà.
Rispetto a Fattori e a Signorini, entrambi toscani, ma anche agli altri Macchiaioli, il romagnolo Lega si è distinto per un temperamento particolare e soprattutto per un’intransigente fedeltà agli ideali artistici e politici che hanno contraddistinto il gruppo sin dalle origini.
Durante tutto l’arco della sua vita non ha mai ceduto ad alcun compromesso, anche a prezzo di
drammatiche difficoltà economiche e di una progressiva emarginazione. Queste scelte difficili e dolorose, che dimostrano una forte tensione morale, si devono ricollegare anche agli anni della sua formazione e a una terra d’origine, la Romagna, che nella lunga stagione del Risorgimento sì è contraddistinta per l’impegno patriottico e il coinvolgimento nell’azione politica promossa da Mazzini.”
[brano tratto dal sito ufficiale della mostra: www.mostrasilvestrolega.it]