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De Minimis – La collezione di Zavattini a Riccione

Cesare Zavattini fa parte di quella categoria di intellettuali che nel dopoguerra ha saputo ridare linfa e vitalità ad una nazione prostrata da una guerra spaventosa e dilaniante. Era un uomo eclettico, dai mille interessi, che distillò il suo talento visionario attraverso il lavoro di sceneggiatore per il cinema. Dalla collaborazione con Vittorio De Sica nacquero i capolavori neorealistici che tutti conosciamo: da Sciuscià a Ladri di Biclette. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1989, collaborò a oltre 80 film con registi del calibro di Antonioni, Fellini, Rossellini, Germi, Visconti e molti altri.
Fu autore anche di libri scritti con mano lievissima, un piglio narrativo capace di sollevare il grigiore del quotidiano e di sublimarlo attraverso un’ironia mai gratuita, mai scontata.
Pochi forse sanno che Cesare Zavattini era anche un grande collezionista di opere d’arte. Ora grazie al Comune di Riccione e alla dottoressa Vittoria Coen che ne è la curatrice, esordisce il 1 aprile “De Minimis” una mostra ospitata presso i locali di Villa Mussolini a Riccione che raccoglie ed espone i piccoli capolavori presenti nell’archivio Zavattini. Si tratta di dipinti, bozzetti, disegni, schizzi ricevuti in dono dagli amici artisti. Si potrebbe quasi definire una cronistoria per fotogrammi d’autore: dal dopoguerra ai nostri giorni.
Di seguito allego il comunicato stampa con cui il sito culturale del comune di Riccione ne da notizia:
“Cesare Zavattini uomo poliedrico. Bisognerebbe parlarne al plurale”. Inizia così la presentazione della dott.ssa Vittoria Coen, curatrice della mostra che racconta il percorso collezionistico di una delle personalità creative più vitali del secolo da poco trascorso. La collezione di “opere minime”, perché misurano solo cm. 8 x 10 ciascuna, nasce all’inizio degli Anni ’40, quando Zavattini ricevette il bozzetto di un dipinto di Massimo Campigli, artista da lui particolarmente stimato. Dai carteggi con il noto gallerista Renato Cardazzo emerge, infatti, fin da allora, l’amore per il piccolo formato. In effetti da molti è stata notata l’affinità con il fotogramma cinematografico, come se questa raccolta fosse il risultato di un unico e variopinto percorso visivo.
In un’ epoca caratterizzata dalla serialità e dalla sterminata riproducibilità artistica, il collezionista Zavattini voleva ancora opere uniche, pretendendo l'”aura”, l’impronta dell’artista: un piccolo capolavoro può rivelarsi, infatti, anche in pochi centimetri. Ecco, quindi, che dipinti, disegni, collages, per un totale di 360 opere, provenienti dal Museo d’arte delle generazioni italiane del ‘900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento (Bo), riveleranno un campionario di tendenze, di movimenti, di inclinazioni anche singole, di tanti artisti che hanno cercato la loro strada nel calore delle dialettiche vive o/e nella propria solitudine riflessiva.
Vi sono ritratti e autoritratti, paesaggi e composizioni astratte degli amici e di alcuni protagonisti dell’arte italiana del XX secolo, da De Pisis a Marini, da Manzù a Fazzini, da Ligabue a Rosai e Melotti, fino ai più vicini Lombardo, Mambor, Fioroni, per citare solo alcuni fra i nomi in mostra.
Lo scenografo, il pittore, il grandissimo esponente del Neorealismo italiano collaboratore, fra gli altri, di Antonio De Sica [in realtà Vittorio ndr] per molti suoi film, si scorgono in questa scelta articolata.
Una collezione eclettica diviene lo specchio di una personalità così versatile, quale è quella di Cesare Zavattini, e nello stesso tempo rappresenta un viaggio nel tempo che coglie attentamente alcuni momenti della nostra storia, visti attraverso lo sguardo attento degli uomini sensibili.”

Organizzato da: Comune di Riccione – Assessorato alla cultura
Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
Quando: 1 aprile – 13 maggio 2007
Dove: VILLA MUSSOLINI- lungomare della libertà

Info: Assessorato alla cultura – tel.0541 608285 -83 (ore 8-13)
Villa Mussolini – tel 0541-601457 (giorni di apertura)

[in apertura un’opera di Renato Mambor]