Da qualche anno a Cattolica c’è un uomo che cammina. E non si ferma mai. E’ un omino minuto, magrissimo, biondo, con una chioma stempiata e fluente, lanosa e quasi cotta dalle intemperie a cui è esposta, due occhi chiari che vedono e accolgono le distanze in attesa.
Lo si vede scarpinare per chilometri e chilometri, seguendolo oziosamente con lo sguardo mentre ci si trova in fila con l’auto, oppure distrattamente cogliendolo con la coda dell’occhio mentre si è infervorati in una discussione ad un tavolo del Bar Peledo’s, oppure trovandocelo di fronte mentre si sta faticosamente traslando la gravosissima spesa uscendo dal supermercato Diamante. Lo si incontra dappertutto. Lungo lo stradone che conduce a San Giovanni in Marignano, in Viale Carducci, in Viale Dante, sul lungomare Rasi Spinelli, in Piazza Primo Maggio, nel bel mezzo del Parco della Pace, in via Macanno, in Via Mazzini, davanti a Palazzo Mancini, davanti alla fioriera di Piazza Nettuno, in Via Curiel, in Via Corridoni, in via Prampolini, in Via Verdi, in piazza De Curtis, in Via Del Prete, in Via Matteotti, in Via Malatesta, mentre circumnaviga la rotonda “Welcome To Cattolica”, mentre dribbla le panchine di Piazza del Mercato (e non accenna a intenerirsi sulle note macinate in sottofondo da un Bocelli panteistico), mentre procede spedito sulla banchina del Porto puntando la Capitaneria per poi virare improvvisamente e strambare sullo Squero, mentre percorre l’anello intorno allo Stadio Calbi descrivendo un’orbita perfetta e lineare, come una Luna di Euclide.
Questo lungo elenco di toponimi, che a prima vista potrebbe passare per un noioso stradario di Cattolica, rappresenta in realtà il corpus dei miei ultimi personali avvistamenti dell’uomo-che-cammina che ho morbosamente iniziato ad annotare da tre mesi a questa parte.
Ma chi è l’uomo-che-cammina? Perchè non si ferma mai?
Inizialmente ricordo che l’uomo-che-cammina aveva fatto il suo debutto come uomo-che-pedala. Migrava disinvoltamente da una bici all’altra, a seconda della contingenza e del tipo di lucchetto, non curandosi certo del modello. Credo che più di un cattolichino si sia ritrovato a inseguirlo forsennatamente al grido di: “molla la mia bici, brutto #### [censura]”.
Poi dopo il periodo dello spinning l’upgrade al trekking estremo.
“E cammina cammina…”
Ciao uomo-che-cammina, continua a vegliare sulla città, continua a giustificarne l’essenza masticandola palmo a palmo, continua a volare tra i marciapiedi e a farci sentire fermi.
Immobili.
Mentre tu passi veloce e non ci guardi neppure.
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