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Un maggio con pochi turisti

Maggio sta per finire ed è tempo di tracciare qualche bilancio turistico. La prima sensazione a pelle è che ci sia davvero poca gente, parlando francamente. Tempo fa questo era il mese dei tedeschi e per le strade della Regina si faticava a sentire parlare in italiano per la Pentecoste. Ora invece i teutonici sono come fantasmi che si aggirano tra ricordi di birre e memorie di chiassose serate in compagnia di qualche istrione romagnolo che diabolicamente riusciva ad intrattenerli con il suo tedesco biascicato e le sue battute solari.

Ho fatto un giro al mare partendo dal Lido delle Sirene, di fronte al mio hote, fino ai bagni 7 di mio cognato. Oggi è stato un pomeriggio caldo e assolato che invogliava a cercare refrigerio in riva all’Adriatico. Una passeggiata quasi catartica, senza confusione nè vocio di marmocchi scatenati, nè tantomeno gente che ti pressava da ogni lato per sopravanzarti in passerella. Tutto calmo, silente, in una parola: invernale. Guardando verso la spiaggia gli ombrelloni erano delle mosche bianche e s’incontravano davvero pochi sparuti turisti. Tedeschi poi neanche l’ombra. Di solito sono ben riconoscibili per la loro idiosincrasia per il sole e per il loro continuo anelito a bagnarsi per cercare refrigerio dalla canicola. Ebbene in mare non si vedeva nessuno e sebbene fosse relativamente calmo le onde continuavano ad infrangersi un po’ desolatamente sulla battigia.

E così me ne sono tornato in hotel e ho pensato che il nostro lavoro di operatori turistici sta rispecchiando il volto di una crisi che sta lentamente investendo ogni settore economico. L’assenza dei turisti tedeschi lascia completamente sguarnito il mese di maggio. Sicuramente il prossimo weekend ci sarà subito da rifarsi perchè sono numerosissime le richieste e le prenotazioni per il ponte del 2 giugno. Ma è una sorta di palliativo, una specie di pillola zuccherata che non addolcisce il boccone amaro per tanti albergatori, molti dei quali hanno preferito tener chiusi i loro hotel nel mese di maggio piuttosto che dover aprire strutture che richiedono alti costi di gestione per ospitare magari quattro gatti. E come dar loro torto?

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La spiaggia TOP della Riviera Romagnola

Cattolica si fa bella in attesa del periodo pasquale.
Il sindaco Pietro Pazzaglini esorta gli operatori degli stabilimenti balneari cattolichini, a rendere omogeneo il colore delle palate ed i legni, che proteggono gli stabilimenti stessi e gli hotel fronte mare, dalla sabbia e dalle raffiche di vento che nel periodo invernale sono gli spauracchi dei bagnini.
Una Cattolica che si premura di essere la Regina dell’accoglienza! “Ordine” è l’imperativo del primo cittadino! Sciogliere i sigilli che impediscono l’accesso alla spiaggia nei mesi invernali, affinché Cattolica possa diventare un comune turistico non solo nei 3 mesi estivi!
Una Cattolica esigente con i propri cittadini, per offrire un servizio turistico al TOP della Riviera Romagnola, a tal fine è corretto curare i dettagli nei minimi particolari!
La pulizia della spiaggia è un punto di forza della Regina dell’Adriatico, nei week-end invernali la battigia è calpestata da coppiette che scelgono Cattolica come meta romantica delle loro passeggiate; al di là del ritorno meramente economico, l’amministrazione comunale lavora per fare di Cattolica una città accogliente ed ospitale per 12 mesi all’anno!

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Turismo

Rodi e altre amenità

Ancora una volta torno a scrivere dopo una notevole latitanza. La prima volta fu: stagione lavorativa, la seconda volta fu: vacanza dopo la stagione lavorativa.
Ed eccomi alla mia seconda resurrezione.
Virtuale s’intende.
Come facilmente intuirete, non appena terminata l’Apocalisse turistica, ho repentinamente apposto ai portoni dell’Hotel di Cattolica sigilli, chiavistelli e catenacci e mi sono trasferito armi, bagagli, moglie e figlia nell’Hotel di Rodi che ci ha accolto con fraterna benevolenza e munifica accoglienza.
E come in uno specchio Carrolliano ho varcato il sottile diaframma di vetro e da ospitante son divenuto ospitato, da albergatore albergante, da… ok basta così.
Eccoci qua che facciamo ciao ciao dalla piscina dell’Hotel, il nostro centro di gravità permanente di questi ultimi giorni. Per quanto ci è stato possibile abbiamo vissuto quivi perennemente a mollo, e devo vergognosamente ammettere che le escursioni nelle varie località dell’isola suonavano come un polveroso intermezzo a questa ipnotica vita acquatica che ci ammaliava, ci teneva e ci incatenava all’elemento azzurro.
Ah già. Di che località sto parlando, chiederete voi. Quella intorno alla piscina, per intenderci.
Si tratta di Rodi, un’isola piena di Russi e di animatori corrosi da una lunga stagione di beach-volley sovrappeso e scenette piccanti dopo i luculliani buffet serali.
La città di Rodi è un budello di piccole stradine medievali che si inerpicano intorno alla fortezza, praticamente un bazar a cielo aperto dove ogni tipologia di souvenir è stata appositamente studiata per venire incontro alle esigenze di una clientela multiecnica e assai poco avvezza alla prosaica cartolina (di cui umilmente mi dichiaro fan)
Una vagonata di ricordini, ma che dico, un intero pianeta di carabattole che veniva bellamente esposto invadendo ogni possibile pertugio, fessura o scanalatura presente tra le antiche mura.
Ora non starò a farvi una storia di Rodi nè vi dirò che il nostro Benito ebbe occasione di metterci le mani e omaggiare l’isola di quella avveniristica architettura fascista che tanto oscuro, squadrato, austero fascino dona ancora oggi al lungo porto, nella cosiddetta “passeggiata italiana”.
Nel frattempo alcuni meravigliosi fatti sono accaduti a Cattolica, ma questa è un’altra storia, anzi un altro post…
Sono tornato per restare (e scrivere).

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Il nuovo Acquario di Cattolica

Ieri mattina avevo in agenda un appuntamento in Hotel a Cattolica con un responsabile vendite dell’Acquario di Cattolica (già Parco Le Navi) per acquistare un carnet di biglietti. Ho infatti da poco varato una promozione che prevede biglietti omaggio per l’Acquario in bundle con una prenotazione per luglio o settembre.
A metà mattinata mi vedo arrivare un giovane cordiale ed educato, di quelli che ti ispirano fiducia primo visu. Mi racconta che l’Acquario dopo il tremendo primo periodo di gestazione, e le tribolate vicende che l’hanno portato sull’orlo del fallimento, ha recentemente cambiato rotta ed ora veleggia in mari decisamente più tranquilli, con un incremento dei visitatori ed un ripianamento della situazione debitoria. Tutto questo grazie ad un rinnovamento dell’offerta, ad un ampliamento del parco ittico e ad un abbandono della multimedialità in cui la precedente gestione si era impantanata e si era probabilmente arenata. Basta quindi con computer, schermi touchscreen e trilioni di kbyte di filmati. Questa nuova gestione ritorna al mare. Ai pesci. Alle meraviglie naturali senza fronzoli.
E questa nuova gestione ha un’età media spaventosamente bassa! E’ stata infatti costituita una società di ragazzi di Cattolica, formatisi in cooperativa, che hanno preso in gestione la struttura e la portano avanti con entusiasmo e passione. Seguivo con interesse questo ragazzo, uno dei 16 soci gerenti, parlare con trasporto delle grandi potenzialità dell’Acquario e dell’impellente bisogno di creare una salda sinergia con albergatori e bagnini, al fine di promuovere questo splendido acquario incastonato in un pezzo di storia dell’architettura italiana del Ventennio, Le Navi. Promuovere l’Acquario significa promuovere Cattolica e il mare Adriatico plasmando di fatto una risorsa autorevole e popolare, un nuovo polo di attrazione turistica che diverta, insegni e al contempo promuova la nostra città. Direi che tutti noi operatori turistici dobbiamo crederci e scommetterci sopra, perchè questa è la strada. E questi ragazzi ce la stanno mostrando, con semplicità, senza artifici imprenditoriali.
Dopo averlo salutato e averlo visto sparire dietro i vetri della porta automatica mi sono sorpreso in un attimo di feroce soddisfazione. Sono veramente felice che a Cattolica esistano giovani con questa voglia di fare, con questo sano spirito imprenditoriale e con questo amore per il turismo, l’unica vera risorsa territoriale su cui ancora oggi scommettere. Ho pensato all’approccio turistico dei nostri padri e di come noi giovani abbiamo raccolto il testimone e lo abbiamo portato avanti con quello stesso primigenio spirito di “veracità romagnola”, adattandolo e rimodulandolo tuttavia alle nuove esigenze del mercato e alla crudele competitività che il nostro settore si trova oggi ad affrontare.
Così è per l’Acquario di Cattolica, così è per molti alberghi di Cattolica gestiti con competenza e serietà da giovani cattolichini, così è per molti locali del centro, mi vengono in mente il bar Peledo’s o il ristorante Gambero Rozzo, gestiti da ragazzi con molte idee in testa e parecchia voglia di fare, e i risultati si vedono, statene certi.
Mi sono ritrovato con un sorriso di beatitudine stampato in faccia, che volete farci, sarà forse lo spirito corporativo, sarà forse il fatto che mi piace vedere chi ha successo portando avanti idee fresche e originali, sarà infine il fatto che mi sono bellamente autoincluso nella categoria dei giovani senza un briciolo di pudore anagrafico 🙂

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Cattolica Bandiera Blu 2007


Ok, non avremo il mare della Sardegna nè il sole dei Caraibi nè i palmizi di Sharm, però, signori e signore, la Riviera Romagnola è tutta un tripudio di Bandiere Blu 2007, il prestigioso riconoscimento assegnato da Foundation for Environmental Education alle spiagge che si distinguono per la qualità delle acque, la pulizia, le strutture turistiche e i servizi offerti. Partendo da nord sventolano da oggi sui pennoni di: Lidi Ravennati, Cervia, Cesenatico, Bellaria, Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica.
La notizia è stata diramata poco fa da Adnkronos e sta correndo sulle coste italiane veloce come la brezza marina. Come ogni anno alcuni operatori turistici e amministratori sorridono soddisfatti, altri masticano amaro. Il premio è infatti oltre che un autorevole riconoscimento internazionale del lavoro svolto, anche un’indubbia impennata d’immagine (e conseguente iniezione di fiducia) per la stagione turistica alle porte.
Una bandiera blu che arriva dunque con teutonica tempestività, giusto in tempo per essere inalberata sulle cabine degli stabilimenti balneari come un trofeo ambito e soffertissimo.
Cattolica, per l’ennesimo anno consecutivo, ha guadagnato il suo alloro vedendosi riconosciuti gli sforzi tesi a migliorare ogni anno la qualità dell’offerta turistica in termini di pulizia del mare e potenziamento delle strutture turistiche che fungono da perfetto coronamento, affinchè questo meraviglioso Adriatico possa essere goduto appieno e con tutti i comfort del caso.
Che dire se non: brava Cattolica e bravi cattolichini!

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L’arte di Tiziana e Camilla

Le ho incontrate lunedì mattina.
Tiziana Costa e Camilla Muccioli sono madre e figlia con un unico denominatore: la pittura. Mi sono fatto loro incontro, appena le ho notate varcare la soglia. Si sono guardate un pò in giro, poi hanno fatto qualche cenno di assenso e mi sono tranquillizato, il vernissage si farà!
Abbiamo cordialmente discusso circa le modalità di organizzazione per un’esposizione delle loro opere che si terrà nella hall dell’Hotel Boston, con inaugurazione stabilita per domenica 27 maggio, alle ore 16.00. Abbiamo parlato della disposizione dei quadri, del setup dell’evento in sè, degli inviti da diramare e di tante altre piccole cose.
In tutto questo parlare mi ha piacevolmente stupito la naturalezza di queste due donne nel parlare della loro arte. Conoscevo già Tiziana Costa e alcuni dei suoi quadri in cui ho sempre ammirato la ricerca poetica nelle figure anatomiche (spesso di donna), il viaggio in profondità nel tentativo di sfiorare qualche corda segreta dell’animo umano attraverso un meccanismo perfetto di geometrie e figure umane. Si tratta di una pittura introspettiva, ma mai fine a se stessa, con un messaggio nascosto che attende di essere colto e assaporato.
Non conoscevo invece sua figlia, Camilla Muccioli, e per me è stata una sorpresa. L’arte di Camilla è sensibilmente diversa da quella di sua madre, eppure in qualche modo mi appare complementare e persino funzionale all’arte di Tiziana. Almeno è quel che mi è parso esaminando alcune sue opere in rete e dai cataloghi di mostre passate. Camilla ha un approccio obliquo alla narrazione iconografica e arriva a dialogare con lo spettatore attraverso un puro sentimento di stupore, di distacco da ogni certezza. Chi guarda le opere di Camilla si trova, volente o nolente, a dover sostenere una conversazione dai contorni metafisici con l’opera a se stante, addentrandosi in un campo dove scompaiono molti riferimenti, e in rapida sequenza ci si ritrova indifesi, in una sorta di nudità semiotica di fronte all’evento artistico.
Mentre Tiziana mi ha già affidato qualche dipinto sono in attesa di due grandi opere di Camilla che avrò cura di sistemare nella parete nord della Hall, quella più spaziosa. Credo si tratti di quadri importanti, ma avrò occasione di riparlarne e di mostrare qualche altra immagine delle opere.
Per il momento mi rimane questa piacevole sensazione di fibrillazione, non mi accadeva da tempo, può bastare per ora.

[in apertura un’opera di Camilla Muccioli: “No”, 2005]

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Un primo maggio ferragostano

E’ stata una vera battaglia quella che gli operatori turistici di Cattolica, almeno coloro che avevano aperto i battenti della propria attività, si sono trovati a combattere in questo lungo ponte di inizio primavera. Cattolica è infatti stata letteralmente presa d’assalto da un’alluvione di turisti che ha seriamente messo in crisi le capacità ricettive della città, in verità ancora piuttosto acerbe. Infatti, a ben contare, gli alberghi di Cattolica aperti per il ponte del primo maggio sono in un rapporto di 1 a 3. Questo ha fatto sì che si creasse una vera e propria processione di questuanti in cerca di camere, serpentone che si è dipanato attraverso gli hotel sparsi dal Porto fino all’Acquario nell’ardua ricerca di camere libere. Insomma, la classica situazione che si viene a determinare a ridosso del Ferragosto, quando una vera e propria folla si riversa negli alberghi per accaparrarsi l’ultimo metro quadrato di superficie calpestabile e “dormibile”. Personalmente, nel mio prototipo di “hotel Cattolica”, ho vissuto la cosa con crescente preoccupazione. Non tanto per non essere avvezzo al fenomeno, visto che sono ormai 10 anni che dirigo l’hotel, e di ferragosti affollati ne ho vissuti tanti. Quanto piuttosto per l’immagine di forte disservizio che Cattolica ha offerto in questo frangente, facendosi trovare impreparata ad un evento di tali proporzioni. La maggioranza della gente che capitava in hotel, dopo il mio rincresciuto annuncio di tutto esaurito, mi chiedeva infatti perchè molti alberghi fossero chiusi (come se io possedessi chissà quali capacità oracolari). Si aggiunga a questi disagio il problema più che mai vivo dei posteggi carenti, principalmente a causa della mostra di Cattolica in Fiore, che ha monopolizzato molti spazi del centro (come accade da sempre, del resto) costringendo molti visitatori a dirottare sulla zona nord, andando a parcheggiare sulla strada che conduce a Portoverde e dovendo poi sorbirsi parecchia strada a piedi prima di arrivare al sospirato alloggio in albergo (se mai questo fosse stato disponibile). Si aggiunga infine il fatto che essendo molti hotel chiusi erano chiusi anche i relativi parcheggi.
Luci ed ombre, in definitiva, per questo primo maggio. Cose positive: straordinaria affluenza, bellissime giornate estive e grande richiamo turistico che Cattolica ha ancora una volta saputo esercitare. Cose negative: forti disservizi su alloggi e parcheggi, con qualche problema persino a trovare posto per pranzare nei ristoranti, visto il biblico affollamento.

[in apertura: particolare della Fontana delle Sirene, Piazza Primo Maggio, Cattolica. Foto tratta dal cd “Baci di Cattolica” realizzato dall’Amministrazione Comunale di Cattolica]

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Cattolica Turismo

Hotel Cattolica: turismo congressuale

Ho latitato, lo confesso, da questo blog per un po’ di tempo, qualcosa come tre giorni che per me e la mia fluente prosopoea rappresentano una quasi-eternità. Principalmente la ragione risiede nel fatto che sono stato assorbito dalla realizzazione di un nuovo blog, Hotel Cattolica, creato su piattaforma WordPress. Un blog che ho inteso come organismo vivente che andasse ad affrontare problematiche turistiche strettamente inerenti a Cattolica ed alla sua realtà di Periferia dell’Impero e magari lanciasse un po’ di sassolini nella morta gora delle possibilità promozionali. A fronte di ciò vorrei eccezionalmente presentare un post estrapolato dal neonato blog che ritengo particolarmente significativo. L’articolo affronta la vexata quaestio del turismo congressuale a Cattolica e lancia una proposta che spero non cada nel vuoto.

Fatte le precedenti premesse [cfr. precedenti post ndr] e analizzando i dati si evince come Cattolica parta svantaggiata rispetto a Rimini e Riccione sul terreno del turismo congressuale. Il principale ostacolo rimane la distanza dal punto nevralgico del flusso turistico che rimane indubbiamente la Fiera di Rimini. Per un congressista, per un operatore fieristico o anche per un semplice visitatore rimane infatti la scomodità di soggiornare a 18 km. di distanza dall’evento che lo interessa, disagio che rimarrebbe anche in caso l’albergatore cattolichino si adoperasse per organizzare un sistema di trasporto idoneo. Personalmente ad esempio mi è capitato di prendere in affitto un piccolo pullman per venire incontro alle esigenze di un gruppo di congressisti che non volevano rinunciare all’ospitalità di Cattolica per il loro soggiorno. Ma si tratta comunque di casi di minore incidenza statistica rispetto alla maggioranza dei congressisti che preferisce soggiornare a pochi metri di distanza dalla Fiera.

Per questa ragione è mia convinzione che Cattolica debba puntare non tanto alla fiera di Rimini come remota fonte di presenze turistiche ma come autentico modello di ispirazione per realizzare, con le debite proporzioni, un’analoga risorsa sul suo territorio. Credo cioè che la strada da seguire sia non già quella di accontentarsi delle briciole dalle presenze congressuali riminesi, ma al contrario puntare ad organizzare eventi congressuali nel territorio di Cattolica e stringersi in sinergia con l’amministrazione comunale per realizzare un piccolo ma efficiente polo fieristico-congressuale che sappia specializzarsi in un determinato campo e divenga attrazione forte per un certo tipo di manifestazioni ad esso strettamente correlate. Per portare a termine questa sfida è necessario istituire come essenziale primo passo un ufficio che coordini gli sforzi di operatori turistici e amministrazione comunale e divenga punto di riferimento per la realizzazione, per la logistica e per la promozione. Una realtà simile è stata istituita con successo a Parma dove è nato il Convention Bureau, un organismo comunale con partecipazione privata che garantisce la promozione degli eventi congressuali attraverso un catalogo ed altre iniziative promozionali.

Chiaramente occorrono investimenti pubblici e privati per creare questa risorsa, che rimane una scommessa dell’intera comunità, e che non solo andrebbe ad incrementare le presenze turistiche ma, fattore ancora più importante, andrebbe a destagionalizzare l’offerta turistica di Cattolica apportando presenze certe lungo l’intero arco dell’anno solare. Quindi in sintesi: investimenti dell’amministrazione comunale e investimenti degli operatori turistici, andando a formare una holding di pubblico e privato che unisca i propri sforzi in nome degli interessi comuni.

La sfida a questo punto rimane da affrontare e vincere: sono convinto che la creazione di un centro congressuale a Cattolica sia tutt’altro che semplice da realizzare. Questo per la difficoltà endemica di Cattolica nel reperire spazi edificabili visto il suo esiguo territorio comunale e il suo altissimo grado di urbanizzazione. Ma forse la difficoltà maggiore risiede proprio nella mentalità di noi tutti: è difficile pensare di realizzare una realtà così complessa e vasta come un polo fieristico partendo dal nulla. Per questo rimane forte la necessità di creare inizialmente (e da subito) un ufficio che cominci a sensibilizzare albergatori, bagnini e commercianti sulla capitale importanza di una tale eventualità e su come sia necessario scommettervi tutti quanti insieme unendo i propri sforzi e sapendosi in questo modo ricollocare su un mercato in forte cambiamento come oggi è il turismo. Presentare un’offerta diversificata e il più possibile eterogenea e completa è a mio avviso l’unica carta vincente per opporsi alla cultura del low cost che così tanto duramente è andata ad aggredire e colpire a fondo il turismo italiano facendo vacillare la prima risorsa economica del Paese.

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I Blog della Provincia di Rimini e Italia.it

Ieri mattina alle ore 12.00, presso la sala Buonarrivo nella Sede della Provincia di Rimini, è stato presentato in una conferenza stampa il nuovo network di blogger ospitato sul portale della Provincia di Rimini. Andrea Gnassi, assessore provinciale al turismo ha presentato il progetto, in collaborazione con Valerio Lessi, curatore, e Marco Barulli, consulente tecnico. La scommessa è quella di raccontare una Riviera riminese che non viva soltanto nelle fredde parole del marketing per la promozione turistica, ma che invece venga raccontata da chi la vive in prima persona attraverso lo stile personale e intimistico che solo il blog può conferire al racconto. L’obiettivo è quello di fornire un’immagine più autentica della Riviera romagnola , se vogliamo meno patinata ma più genuina. Si cercherà in questo modo di accostare a Rimini e alla sua provincia (Riccione, Misano Adriatico, Cattolica in primis) un target turistico più giovane e intraprendente, una categoria che pianifica le proprie vacanze attraverso l’attento vaglio delle fonti in rete e fa ampio uso dello strumento del blog per raccogliere le proprie informazioni ed orientarsi per la scelta finale. Hanno partecipato all’evento anche alcuni dei protagonisti del progetto, ovvero i bloggers: il già citato Valerio Lessi, Lui Tasini, Marco Belemmi (il sottoscritto), Michele Galluzzi, Chicco Giuliani.
Lateralmente all’esposizione di questo progetto si è ritornati sulla polemica Italia.it e Provincia di Rimini partita proprio dal blog di Valerio Lessi e rimbalzata anche su questo blog. Gnassi ha confermato l’adesione della Provincia di Rimini al RItaliaCamp, un campus, o come si preferisce definirla con un’audace litote carroliana: una nonconferenza (ricordate il noncompleanno del Cappellaio Matto?) aperta a tutte le teste pensanti per riprogettare Italia.it e fornire al Paese un portale turistico degno di questo nome. L’evento è previsto per il 31 marzo presso l’università Bicocca di Milano.

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Italia.it e Cattolica

Riprendendo un post di Valerio Lessi apparso il 5 marzo sul suo blog, ho dato una fugace occhiata al trattamento che il nuovo portale del turismo italiano, Italia.it, riserva a Cattolica: qui potete esaminare il risultato. Definirlo il trionfo del bignamismo mi pare equivalga ad assestare un sonoro ceffone a Bignami e ai suoi microscopici nonchè geniali manualetti. Nessun accenno alla spiaggia (principale attrattiva) se non una notazione telegrafica: “La spiaggia è chiusa a est dal promontorio di Gabicce”, nessun riferimento alla lunghezza, alla conformazione, al numero delle strutture ricettive nè a quelle di balneazione etc. etc. E si potrebbe andare avanti all’infinito passando per l’assenza di dati fondamentali quali un link al municipio o a strutture particolarmente interessanti come il Parco Le Navi. Ma mettendo da parte per un attimo ogni particolarismo -trattino- campanilismo facciamo un passo indietro e snoccioliamo qualche cifra sul portale: inaugurato in pompa magna il 21 febbraio 2007 alla BIT di Milano (Borsa Italiana del Turismo) dal vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli e dal ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca, si pone come obiettivo primario di riportare il turismo italiano al vertice mondiale dopo che alcuni paesi europei (leggasi Francia, Spagna e Gran Bretagna) l’hanno sopravanzata per presenze turistiche e investimenti (fonte: Il Sole 24 Ore). Il sito è costato 45 (quarantacinque) milioni di euro ed è stato per metà cofinanziato dalle regioni. Ora, l’obiettivo sarà anche nobile e sacrosanto, ma la realizzazione è stata immediatamente subissata da ogni sorta di critiche da parte degli addetti ai lavori e polemiche da parte di giornalisti e critici del settore. Ed effettivamente, per citare soltanto una delle tante rogne, la fruibilità e la navigazione risultano irrimediabilmente appesantite da tonnellate di byte in linguaggio Flash che rallentano e financo confondono l’utente.
In definitiva cosa chiedere a questa iniziativa che va comunque elogiata per gli intenti?
Dapprima appunto la fruibilità, per questo consiglio ai webmaster di Italia.it di farsi un giro su portali come Wikipedia, Google News o Punto Informatico, per capire cosa significa un portale a misura d’utente.
In secondo luogo la completezza di informazioni e la cura dei contenuti. In terzo luogo la presenza di una rete capillare di link che faccia del portale un reale strumento di riferimento nella ricerca e nella pianificazione di una meta per le proprie vacanze, e al contempo un formidabile mezzo di promozione turistica per il nostro paese.