Oggi portando Elmore all’asilo ho intercettato una conversazione tra maestre nella sala che collega le aule dei bambini. Involontariamente, mentre spogliavo mia figlia e la preparavo ad entrare in classe, ho ascoltato le loro parole. Parlavano di quanto sia difficile scioperare e far valere le loro ragioni di questi tempi e con questo governo. Una di loro si lamentava del fatto che per ragioni di bilancio familiare non potrà permettersi di rinunciare agli 80 euro di trattenuta sul salario mensile. Un’altra replicava che scioperare era molto rischioso perchè si vociferava di possibili dispetti in graduatoria e non so che altro per le insegnanti non di ruolo, maestre perennemente nel limbo delle decisioni dei Provveditorati. La terza maestra replicava infine che non serviva a nulla scioperare e che il decreto della Gelmini sarebbe passato ugualmente, con o senza di loro.
Mi sono fermato a pensare a cosa siamo diventati. Una società che non combatte più, che non ha voglia di contrastare il flusso degli eventi: intorpidita da milioni di risate di plastica televisive e impaurita per il proprio avvenire. Costantemente tesa a perseguire un benessere che non c’è e non ci sarà.
Mi sono fermato a pensare agli anni 70, a come fosse bello vedere Berlinguer che arringava una folla entusiasta di facce pulite che urlavano e combattevano per i propri diritti, con uno spirito democatico limpido e cristallino. Gente che tirava la cinghia e teneva duro, gente che si affidava con una fiducia cieca al proprio leader che li ripagava con lotte sovrumane contro i poteri costituiti di politici corrotti e corruttibili.
Mi sono avvilito e un senso di amaro mi ha invaso le labbra, la lingua, i denti…
– Babbo, ma cosa fai? Dobbiamo entrare!
– Eh? Oh scusa amore, mi ero incantato un attimo…
– Babbo non ti sei lavato bene la faccia se hai ancora sonno!
– Sì Elmore, probabilmente dev’essere così…