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Lo sciopero del 30 ottobre

enrico berlinguer

Oggi portando Elmore all’asilo ho intercettato una conversazione tra maestre nella sala che collega le aule dei bambini. Involontariamente, mentre spogliavo mia figlia e la preparavo ad entrare in classe, ho ascoltato le loro parole. Parlavano di quanto sia difficile scioperare e far valere le loro ragioni di questi tempi e con questo governo. Una di loro si lamentava del fatto che per ragioni di bilancio familiare non potrà permettersi di rinunciare agli 80 euro di trattenuta sul salario mensile. Un’altra replicava che scioperare era molto rischioso perchè si vociferava di possibili dispetti in graduatoria e non so che altro per le insegnanti non di ruolo, maestre perennemente nel limbo delle decisioni dei Provveditorati. La terza maestra replicava infine che non serviva a nulla scioperare e che il decreto della Gelmini sarebbe passato ugualmente, con o senza di loro.

Mi sono fermato a pensare a cosa siamo diventati. Una società che non combatte più, che non ha voglia di contrastare il flusso degli eventi: intorpidita da milioni di risate di plastica televisive e impaurita per il proprio avvenire. Costantemente tesa a perseguire un benessere che non c’è e non ci sarà.

Mi sono fermato a pensare agli anni 70, a come fosse bello vedere Berlinguer che arringava una folla entusiasta di facce pulite che urlavano e combattevano per i propri diritti, con uno spirito democatico limpido e cristallino. Gente che tirava la cinghia e teneva duro, gente che si affidava con una fiducia cieca al proprio leader che li ripagava con lotte sovrumane contro i poteri costituiti di politici corrotti e corruttibili.

Mi sono avvilito e un senso di amaro mi ha invaso le labbra, la lingua, i denti…

– Babbo, ma cosa fai? Dobbiamo entrare!

– Eh? Oh scusa amore, mi ero incantato un attimo…

– Babbo non ti sei lavato bene la faccia se hai ancora sonno!

– Sì Elmore, probabilmente dev’essere così…

2 risposte su “Lo sciopero del 30 ottobre”

Una società che vive dei cambiamenti così repentini nel presente non può immaginarsi un futuro e se non riesci ad immaginarti un futuro non puoi pensare di conquistare, difendere, realizzare (a che pro?) e allora prigionieri di un presente già consumato cambiamo canale cercando un leader.
Berlinguer andrebbe anche bene, dove si compra?

Come sono bravi tutti a parlare di scolua ,di metodi ,di fallimenti!Ma lo sanno tutte queste informate persone che spesso in alcuni istituti manca il gesso?Conoscono gli stessi il fatto che il 40% circa dei docenti che operano nella scolua hanno un contratto a tempo determinato con logica conseguenza che i ragazzi cambiano modi e metodi a seguito del docente di turno?Ancora hanno idea gli esperti ministri cosa significa controllore 35 allievi in spazi che farebbero ridere ai carcerati?Per piacere bisognerebbe almeno avere il buon gusto di tacere!!!

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