Se dovessimo conchiudere in un solo istante Mauro Ciaroni di Misano Adriatico, diremmo: è un viaggiatore. A casa sua campeggia una riproduzione cartografica di ogni terra emersa e per ogni paese visitato c’è una bandierina rossa. Ad un’occhiata fugace non si distingono quasi più le brune terre dei continenti ma appare un globulo rossastro devastato dalla scarlattina. Mauro è stato in ogni angolo del globo che possieda un nome pronunciabile o intelleggibile. Un romagnolo panteistico e immanente.
Mauro Ciaroni è anche un benefattore. Termine quantomai ridicolo se pronunciato con una certa sussiegosa intonazione da telegiornale e financo abusato, di cui fatalmente ci si unge autoincensandosi con proclami spesso commoventi, costume e prassi di quel mondo popolato da santi e disinteressati filantropi che è la politica italiana. Mauro Ciaroni però è un benefattore nel senso meno politico e più etimologicamente autentico.
Ma prima di ogni altra cosa Mauro viaggia, o meglio dilata attraverso le distanze il suo desiderio di conoscere, di capire, di incontrare culture diverse. Un anelito antropologico che fa di lui un ricercatore del lucore etnografico che solo a pochi è concesso cogliere e custodire. Mauro insegue nei visi di chi incontra una bellezza perduta, sfuggente, non codificabile. Il suo occhio è scevro da ogni gravità. Una purezza lieve, adamantina che gli schiude i volti più segreti della gente che gli si fa incontro, gli permette di coglierne l’intima essenza. Una dimensione di viaggio sideralmente lontana dal fittizio fondale dei tour operator, enclavi prefabbricate, arbitrariamente impiantate in un corpo spesso estraneo, recintate come monadi a se stanti, senza alcun collegamento con il tessuto sociale o territoriale in cui sono inserite, mere macchine da soldi che volteggiano su paesaggi a cui non appartengono.
Mauro viaggia da solo. Il suo occhio cristallino ferma in immagini l’anima delle persone e dei luoghi, traduce in fotogrammi quella che la Gestalt definiva percezione. Ammirando un’antologia dei suoi scatti si cade nella catarsi di tutti questi splendidi visi, dei loro occhi che guardano muti: sguardi dall’Etiopia, dal Mali, dall’Uganda. Immagini di una bellezza dilaniante. Eppure Mauro mi continua a ribadire che non esiste abilità di un fotografo nel ritrarre un volto ma è la bellezza stessa di quel volto a impadronirsi dello scatto e a farlo rifulgere. Null’altro.
Ma Mauro non è solo un ottimo fotografo o un incallito viaggiatore, come si diceva. Mauro ha deciso di sfruttare questo suo amore per i viaggi e ha costruito qualcosa di veramente importante. Di seguito allego la notizia della nascita del Progetto Sofia, come è apparsa sulla Piazza, un quotidiano locale:
“La bellezza del bene è il “Progetto Sofia” di Mauro Ciaroni. Sofia è una bambina mora di 5 anni. Racconta il babbo: “Chiacchierando con lei c’è stato uno scambio: i suoi piccoli pensierini si sono intrecciati con i miei. Lei ha un salvadanaio per i bambini poveri. Ed è un fatto tranquillo, senza forzature. E’ una fiammellina dentro che ti dice che si può fare qualcosa per gli altri. E forse è anche un modo per ringraziare la gioia che mi dà la piccolina”.
Lo scorso ottobre, l’idea viene raccontata ad un amico. Si parte. Viene costruito un volantino e con questo Mauro Ciaroni si colloca in alcuni spazi pubblici e privati per raccogliere donazioni. Puntava ad un migliaio di euro. Ma Mauro è una persona bella, speciale, dagli occhi puliti.
Raggiunge una cifra ragguardevole, dieci volte tanto: circa 11.000 euro. Racconta: “La mia idea è molto semplice: basta un nulla per creare un bel pensiero. E questo nulla è diventato tantissimo ed ha rispecchiato un bel pensiero di Madre Teresa: ‘Possiamo fare tutti qualcosa di piccolo con grande amore. Ma insieme possiamo fare qualcosa di meraviglioso’. Per trasformare i fondi nel bene vero ho pensato di acquistare materiale direttamente in loco”.
La scelta del Mali e dello Yemen non è casuale, ma appartiene alla sfera delle passioni private di Mauro Ciaroni: viaggiare per scoprire popoli ed etnie. “Ho scelto il Mali e lo Yemen – continua Ciaroni – perché la conoscenza di questi grandi popoli, forti, fieri, mi mancavano”.
In novembre va in Mali. Visita tre orfanotrofi e lascia loro: quaderni, matite, penne, libri, giocattoli, coperte, cibo, speranza. Uno è stato fondata dalla signora Kadiatou Sanogho, che ha avuto due figli con problemi. L’associazione che se ne occupa si chiama Amaldema (Associazione del Mali contro la lotta dei problemi mentali dei bambini). E’ un autentico gioiellino d’accoglienza (curiosità: visitato anche Nelson Mandela).
La cartolina malese che Mauro si è portata nel cuore: ‘Ho trovato un’attenzione notevole verso i bambini. Lavorano per la loro salvaguardia. L’accoglienza ricevuta mi stimola a continuare ad aiutarli. Ho avvertito un sentimento vero. Mai avuto l’impressione di essere nel vuoto. Sensazione ricevuta in un orfanotrofio nello Yemen; fortunatamente ce ne siamo accorti e non abbiamo sciupato il nostro piccolo gesto. Dal Mali ho ricevuto sensazioni bellissime”.
Il secondo viaggio di Ciaroni, destinazione gli orfanotrofi dello Yemen, è avvenuto in gennaio. Qui ha fatto due tappe nei luoghi d’accoglienza. Ciaroni: “Gli arabi sono meno aperti, più diffidenti; però quando si aprono riescono a dirti molto. In un paesino del sud dello Yemen, a Mukala, c’è stata una vera e propri festa. Ed è davvero affascinante trovarsi in mezzo alle donne completamente velate che si aprono e si avvicinano quando, normalmente, fuori, ti schivano. Sono stati momenti di grande accomunamento. Segno che le culture possono convivere; insomma, è stata una bellissima finestra di dialogo, reciproco”.
Oltre agli orfanotrofi, Ciaroni ha consegnato viveri a 140 nuclei di profughi somali con 280 bambini: olio, latte, zucchero, riso, vestiti.
Una bella mano a Mauro Ciaroni è stata dato dall’amico Luca Bernesi, che a Pesaro, attraverso i bambini, ha raccolto quaderni e matite che sono stati regali ad altri bambini. “Quando in villaggi sperduti e deserto, regalavamo quaderni e matite i bambini ringraziavano con occhi felici: una sensazione unica. Ringrazio tutti coloro che mi hanno permesso di portare un po’ di felicità a bambini meno fortunati”.
Il progetto Sofia si è allargato anche ai bambini asiatici colpiti dal maremoto.
Ciaroni: “Il progetto avrà un seguito. L’esperienza mi ha fatto crescere. Tutte le volte che farò un viaggio ci sarà un aspetto d’aiuto verso i bambini. Intanto grazie agli amici, alle persone sensibili, aziende, enti pubblici (Banca Popolare dell’Adriatico e Comune di Misano Adriatico), il ‘Progetto Sofia’ è stato un piccolo grande miracolo di umanità e gioia”.
In totale Mauro ha raccolto 11.000 euro per gli orfanatrofi del Mali. Poi sono seguiti altri progetti, altri fondi raccolti: l’Uganda, l’Etiopia, lo Yemen con l’edizione yemenita del Times che gli dedica un articolo, e poi varie cene benefiche, come ad esempio quella in favore di Cometa Asmme per sostenere la ricerca sulle malattie metaboliche ereditarie.
Grazie per tutto quello che hai fatto e che fai, Mauro.