la Malattia
che tutti temiamo
ha eroso
le anime
di malati non malati già in piedi
ed ora mortiferenti
con il loro cupo
fardello di paure
timori di ingerire
un’aria brulicante
di vettori
di virus incubati
mentre uomini
stanno
soli alle finestre di strade vuote
ascoltando in strepitante silenzio
i silenzi di altri uomini
muti
azzannati da
anecoici pensieri
di morte
di vita frantumata
in uno spongiforme
cervello
corroso da dedali
di vie inesplose.
Il Virus
lui sì che parla
attraverso
il vento, i fumi,
i falsi profili dei cadaveri.
Uniti in strada
da un leggero
sciabordio
di dissoluzione
stanno le potenziali vittime,
gli ospiti:
coloro che chiamavano
umanità.
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