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Una sinistra che non c’è più

Per me che ho sempre raccattato valori e punti di riferimento nel grande forziere ideologico della sinistra italiana è oltremodo amaro dover ammettere che non esiste più una sinistra italiana e che quel forziere è desolatamente vuoto. C’era una volta la sinistra. Desertificata dal berlusconismo imperante, falcidiata dall’estremismo bertinottiano, disgregata dal più bieco e opportunistico mastellismo, sputtanata dalle nuove tangenti del Sud e dall’inettitudine dei suoi leader, dilaniata dalle continue lotte intestine di correnti e imbonitori dell’ultima ora, sottomessa da una cronica mancanza di figure carismatiche: la sinistra saluta educatamente e si disintegra con garbo davanti ai nostri attoniti occhi.

E noi che faremo? Faremo come una monade leibniziana senza porte nè finestre. Saremo impenetrabili alle vicende del secolo, ci chiuderemo nel bozzolo e tesseremo con ingordigia il placido scorrere delle nostre vite, evitando la pagina politica dei quotidiani, le foto dei grandi leader che dopo aver perso elezioni, credibilità e mezzi sono ancora lì, dopo anni di sconfitte e di parole al vento sono ancorà saldamente lì, abbarbicati alle loro poltrone, ancora lì a ramazzare il nulla, a ipotecare sofismi e demagogia…

Saremo lontani da loro. E apetteremo mille anni un nuovo Berlinguer che non arriverà mai.