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Epigrammi

Zanzara

L’ultima volta che ho incrociato Zanzara era nell’estate dell’86 mi pare… Era tutto preso da chissà quale progetto e se ne andava fantasticando su un mondo libero da vincoli sociali, di casta, di media… 
Il buon vecchio Zanzara è sempre stato un poco tocco e non ci feci caso più di tanto limitandomi a sorridere, annuire, dare pacche sulla spalla, invitare a bere un caffè, insomma la solita trafila di attenzione distratta che si concede ad un amico eccentrico e anche un po’ rompiballe…
Poi più niente…
Per più di vent’anni di Zanzara si son perse le tracce e nessuno si ricordava neppure che faccia avesse… Si diceva che si era trasferito altrove ed era partito senza avvertire nessuno, altri dicevano che aveva trovato la donna in qualche setta religiosa tipo gli Esperantisti e si era convertito anima e core alla nuova dottrina, altri ancora dicevano che era stato rapito dai marziani e aveva aperto un bar su Saturno…
Insomma Zanzara era sparito. Era questo l’unico incontrovertibile dato di fatto.
Poi improvvisamente un paio di giorni fa l’ho rivisto. Era sdraiato sulla panchina di un piccolo parco pubblico, con il giornale a mo’ di coperta, con le mani intrecciate dietro la nuca, aveva un milione di miliardi di anni in più.
-Zanzara, ma sei tu?
-mmm?
-Ah mi scusi l’avevo scambiata per un altro.
Sono tornato sul piccolo sentiero in mezzo a quello sparuto fazzoletto di verde, mi sono fermato, ho alzato la mano invisibile e l’ho salutato, ma lui si era già voltato dall’altra parte e del mio gesto è rimasto soltanto un vuoto simulacro di saluto.

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