Le ho incontrate lunedì mattina.
Tiziana Costa e Camilla Muccioli sono madre e figlia con un unico denominatore: la pittura. Mi sono fatto loro incontro, appena le ho notate varcare la soglia. Si sono guardate un pò in giro, poi hanno fatto qualche cenno di assenso e mi sono tranquillizato, il vernissage si farà!
Abbiamo cordialmente discusso circa le modalità di organizzazione per un’esposizione delle loro opere che si terrà nella hall dell’Hotel Boston, con inaugurazione stabilita per domenica 27 maggio, alle ore 16.00. Abbiamo parlato della disposizione dei quadri, del setup dell’evento in sè, degli inviti da diramare e di tante altre piccole cose.
In tutto questo parlare mi ha piacevolmente stupito la naturalezza di queste due donne nel parlare della loro arte. Conoscevo già Tiziana Costa e alcuni dei suoi quadri in cui ho sempre ammirato la ricerca poetica nelle figure anatomiche (spesso di donna), il viaggio in profondità nel tentativo di sfiorare qualche corda segreta dell’animo umano attraverso un meccanismo perfetto di geometrie e figure umane. Si tratta di una pittura introspettiva, ma mai fine a se stessa, con un messaggio nascosto che attende di essere colto e assaporato.
Non conoscevo invece sua figlia, Camilla Muccioli, e per me è stata una sorpresa. L’arte di Camilla è sensibilmente diversa da quella di sua madre, eppure in qualche modo mi appare complementare e persino funzionale all’arte di Tiziana. Almeno è quel che mi è parso esaminando alcune sue opere in rete e dai cataloghi di mostre passate. Camilla ha un approccio obliquo alla narrazione iconografica e arriva a dialogare con lo spettatore attraverso un puro sentimento di stupore, di distacco da ogni certezza. Chi guarda le opere di Camilla si trova, volente o nolente, a dover sostenere una conversazione dai contorni metafisici con l’opera a se stante, addentrandosi in un campo dove scompaiono molti riferimenti, e in rapida sequenza ci si ritrova indifesi, in una sorta di nudità semiotica di fronte all’evento artistico.
Mentre Tiziana mi ha già affidato qualche dipinto sono in attesa di due grandi opere di Camilla che avrò cura di sistemare nella parete nord della Hall, quella più spaziosa. Credo si tratti di quadri importanti, ma avrò occasione di riparlarne e di mostrare qualche altra immagine delle opere.
Per il momento mi rimane questa piacevole sensazione di fibrillazione, non mi accadeva da tempo, può bastare per ora.
[in apertura un’opera di Camilla Muccioli: “No”, 2005]