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Speculazione

Meteopatia

piove

Indubbiamente questa enorme mole di cieli grigi ha raddrizzato molte palpebre abituate a socchiudersi sotto i calci del sole. Ma la pioggia a lungo andare scava un pertugio nei cuori più solidi. E rischia di minare quanto di buono ha fatto l’estate, il caldo e il sale riarso del mare. Rivoli d’acqua che corrono impuniti ai nostri piedi ci tendono mille trappole liquide a cui non sappiamo trovare un rimedio asciutto.

E piovendo impariamo a coesistere con una specie di macchinoso malessere che si ricompone in noi come un puzzle automatico. Un dolore sottile e impunito che ci tiene in casa, che alza gli sguardi al cielo e ritorna sporcato di caligine. E se fosse davvero quella polvere impalpabile che tutti noi abbiamo rincorso da piccoli come saette tra le felci piegate dal vento? E se fosse questa invisibile mano a tenerci al laccio e a renderci schiavi di qualcosa che non esiste se non in rumore di acqua che cade.

Amiamo dire che il suono della pioggia ci rilassa mentre sferza le mura di casa, e quieta la nostra sete di movimento. Ma nulla è più ipocrita di voler imbrigliare un mostro in un corpo di fata. Nulla rimane quando la pioggia versa il suo lento veleno se non il dilagare d’amaro nelle bocche, nelle gole, fino al salto finale, fino al più profondo acquitrino del nostro essere.