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Il piccolo grande sax di Roberto

Ieri sera sul rutilante palcoscenico del Teatro della Regina di Cattolica si sono avvicendate molte delle giovani speranze cattolichine in ambito musicale. L’Accademia Musicale di Cattolica ha infatti indetto per tale serata (e per quella di stasera) l’esibizione pubblica dei propri studenti, i famigerati e temutissimi saggi.
L’atmosfera, sebbene immersa nella cornice diremmo così austera e istituzionale del teatro comunale, era fin troppo frizzante e positiva. Forse perchè il pubblico era composto in gran parte dai genitori degli allievi forse perchè la primavera gioca sempre gran brutti scherzi all’emotività della gente. Ad ogni modo ieri sera si esibiva il figlio del mio amico ed ex compagno di Liceo Giuseppe Masi, bagnino di Cattolica ed ex campione di windsurf. Giuseppe vanta infatti un titolo di vice campione mondiale, più trilioni di altri titoli nazionali ed internazionali che si affastellano sotto le spoglie di trofei, targhe e medaglie in mensole sempre più capienti.
Ma oggi non siamo qui per parlare di Giuseppe e delle sue tecniche segrete di bolina, siamo qui per parlare di suo figlio e del suo precocissimo estro musicale.
Roberto Masi ha appena 12 anni e porta al collo uno strumento che lo eguaglia quasi in altezza, un sax alto, già strumento in passato di tizi che rispondevano al nome di Charlie Parker, Cannonball Adderley, Ornette Coleman, Lee Konitz, Jackie McLean, Art Pepper. Una sfilza di nomi che per gran parte delle persone non significa nulla ma che per ogni jazzofilo significa l’Empireo della Musica, il Nirvana sonico degli strumenti a fiato. E Roberto, dall’alto dei suoi 12 anni, ama il Jazz, ma soprattutto ama suonare il jazz. Cosa che personalmente ha quasi dell’incredibile per me che sono amante di questa musica da tanti anni, e che vivo come una mosca bianca questa passione molto spesso ghettizzata dai gusti della gente e dagli orientamenti dei media. Figuratevi un ragazzino di 12 anni che deve rapportarsi con coetanei che celebrano le virtù poetiche di Eminem o il talento musicale di Jay-Z, magari facendo timidamente notare che un tizio chiamato Charlie Parker era un vero figo e, ehi, negli anni ’50 ha incidentalmente cambiato il modo di fare musica di tutti quanti noi, sapete? Sì, anche di Eminem e Jay-z. Lascio a voi immaginare le risposte a cui potrebbe andare incontro il nostro jazzofilo implume.
Per questa sua tremenda precocità Roberto non può non richiamare alla mente un altro talento nostrano del sax, quel Francesco Cafiso, straordinario musicista, anch’egli talento precoce chiamato a suonare nientemeno che da Wynton Marsalis nel 2003 all’età di soli 14 anni nel tour europeo dell’artista statunitenese. E di Francesco Cafiso Roberto è grandissimo fan, avendolo eletto ad autentico modello a cui ispirarsi. A inizio post possiamo infatti ammirare un’immagine che li ritrae insieme (wow) dopo un concerto di Cafiso al Teatro Astoria di Fiorano Medenese, tenutosi il 12 aprile 2007. Qualcuno della comitiva di Cafiso ha ironicamente chiesto al saxofonista se Roberto fosse il suo nuovo fratellino, in effetti la somiglianza c’è!
Ma torniamo al saggio di ieri sera. Roberto ha dimostrato nel suo modo di suonare una tecnica, una padronanza, un’accuratezza veramente rare per la sua età. Un insieme di doti che ne fanno realmente una giovane promessa di cui sentiremo parlare in futuro, aldilà di ogni frase di circostanza. Soprattutto ha meravigliato la sua straordinaria naturalezza nel concerto live, oltre al suo senso del ritmo, il “beat” come si direbbe altrove. L’esibizione di Roberto la potete apprezzare nel video in calce al post. Il video è il frutto dell’amorevole cura che suo padre vi ha infuso nello spazio di una notte insonne, quindi vi prego di guardarlo se non altro per premiarne lo sforzo titanico 🙂
Il piccolo saxofonista inizia la sua performance introdotto dal direttore dell’Accademia Musicale cattolichina, Giorgio Della Santina, che lo tiene a battesimo e lo introduce alla sua prima esibizione dal vivo.
Ma ora basta parlare. Signori e signore – un applauso virtuale prego – ecco a voi Roberto Masi: