Michael è americano e gira il mondo con un pollice proteso verso la carreggiata per scroccare un passaggio verso orizzonti ignoti. E’ capitato anche da queste parti e siamo diventati amici in poco tempo. E’ un ragazzone imponente ma con un viso da ape maja che ti lascia a metà tra lo sconcertato e l’intenerito. Mi ha descritto minuziosamente il suo college che potete trovare qui, anzi here. Mi ha raccontato di come al Livingstone, come in tutti i college americani, l’efficienza, l’organizzazione e la razionalità siano finalizzati a costruire carriere perfette per uomini perfetti, ed è veramente così, ma alla nostra apina manca quel quid che l’ha portato a vagare da queste parti. Mi dice candidamente di non aver assolutamente idea di dove andare nè del tempo che gli occorrerà per girare l’Europa nè se i soldi basteranno.
Rimaniamo così, con una birra in mano, in silenzio.
Le distanze e l’incertezza uccidono le parole.
Del resto ci siamo già detti abbastanza per oggi.
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