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Cattolichini

Rampino

Rampino uomo carismatico, gran oratore e gran bevitore, nuovoloso di tabacco, archetipo dell’uomo da bar. Uno che fa guizzare l’infinito sulla schiuma della birra, con un sorriso egizio. Quando comincia a parlare il brusio di fondo va in dissolvenza, un precipizio che lambisce la soglia bianca del silenzio.
Rampino, chiamato così per via della sua magrezza, dando credito al detto “secco come un rampino”.
Rampino è una specie di predicatore laico. Nei bar di Cattolica è ben conosciuto ed appena lo si incrocia d’istinto gli occhi si abbassano sul bicchiere. Vive in un casolare nell’entroterra, nei dintorni di San Clemente o di Morciano, sul fatto c’è incertezza, ma la sua giornata la trascorre a zonzo per le strade della Regina. Lui dice: in missione.
Rampino ha una faccia da prete, uno sguardo agnostico e le restanti parti del corpo tendenzialmente prudenti nel confessarsi. Come ogni prete ha un Dogma e un sibillino Miele per spalmarne gli osanna. Come ogni Notabile ha i suoi titoli onorifici per scardinare ogni umana diffidenza: Reverendissimo Sacerdote del Pio Respiro e Supremo Custode del Mistico Afflato della Redenzione Celeste, esploso tutto d’un fiato, come un rap in guisa di grimaldello dialogico.
Proprio stamane ho assistito ad una delle sue omelie.
Arringava la folla dei clienti e lo sentivo inarcarsi sulla lama del suo stesso vocione. Suoni pensati che nascevano in qualche regione miracolata dell’esofago, si stendevano e slittavano per ogni vena o canale o cunicolo che li conducesse verso l’alto, sfrangiandosi e complicandosi tra denti e lingua, infine l’ultima disperata unghiata al palato prima di volare a tracciare una grammatica tonitruante, un delirio prestabilito.
Rampino ha i suoi Discepoli, pronti a difenderlo a spada tratta. Pare stia lavorando con qualcuno di loro alla stesura del Dogma, per tramandarne i crismi e la liturgia, per recintarne la dottrina.
Rampino… se t’imbatti in queste righe tienti in tasca l’anatema e sorridi di quel sorriso filiforme che solo tu fai balenare. E perdona il mio scarso fervore, se puoi.