Forse il cristallo dei tuoi occhi ha troppo presto seppellito la luce, o forse noi l’abbiamo chiusa troppo lontana da te. In certe assenze che chiamavamo i “mancati giorni”, dal titolo di quel libro.
Ci lasci così, senza il riparo di una battuta. Una tua parola in tralice, come volo leggero d’ironia che accendeva sorrisi e recava un turbinio di increspature negli sguardi più torvi. Ci lasci senza neppure darci il tempo di salutarti, solo domande, ora, davanti a te, e un vuoto a correre via. Un corteo rarefatto di ricordi e di domande inesplose.
Eri stato sedotto da Ordinamenti Superiori e filavi sospeso, cavalcando la tua levità, vestendo con azzurra incoscienza i tuoi paramenti angelici. Seguivi le parole dei Santi e ne studiavi i balsami per l’Anima. Noi chiusi nelle nostre vite, mai sfiorati da una Rosa così atrocemente mistica.
Dieci petali che cadono. Con precisa lentezza. Uno a uno. Eccoli nella notte. Non un fiato. Non un suono. Solo quel fatidico sfiorire.
Solo quel cadere silente che solo tu senti.
Ciao Bert. Perdona i mancati giorni.