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Speculazione

Terziario Arretrato

Ho convinto Fragola a scucire qualche brandello di conversazione strappato all’etere e diligentemente imbottigliato, catalogato e conservato in qualche oscuro file della sua cantina virtuale. Per farlo gli ho straparlato del blog come mezzo ideale per la diffusione o l’implementazione o quel che più gli piaceva della sua Creatura Dialogica Perfetta. Ha vacillato poi ha bofonchiato di una comunicazione a senso unico: “no, no, non c’è alternanza dialettica nel blog, mi pare… cheeee… non vadaaaa…”, allora ho inferto il colpo fatale parlandogli di come la gente che legge il blog interagisca con l’autore tramite i commenti, “Ma tu li puoi censurareeee…” “No, mio dolce Fragola, ho scelto l’opzione della pubblicazione immediata, tutto passa, tutto appare, la censura la lascio ad altri”. Infine è crollato e mi ha passato un paio di hard disk, dopo un’attenta cernita tra i suoi scaffali.
Ok, lo so, è abietto, a ben pensarci è addirittura morboso, però è anche infinitamente affascinante. Chi ricorda la rubrica “Terziario Arretrato” sull’indimenticato Cuore in cui campeggiavano stralci di conversazioni telefoniche intercettate con i primi scanner e sadicamente esposte al pubblico ludibrio? Era la prima cosa che andavo a leggere, tutta d’un fiato. L’altalena dialogica, il botta e risposta, le rivelazioni intime, i segreti confidati, le ingiurie, gli amori invisibili, le imprecazioni, la lingua italiana presa a calci. In una parola: il Logos denudato e imbrigliato. A proposito di Cuore, parenteticamente ne saluto una delle redattrici: Lia Celi, riminese e mia conterranea. Ho inserito il suo blog, da poco scoperto, qui a fianco, nella sezione Blogroll. Ciao Lia, è bello sapere che scrivi ancora.
Dunque si parlava delle due botti di fragolino. D’ora innanzi il bottino di questi due hard disk fragoleschi andrà sotto l’egida del tag “Terziario Arretrato” in onore della creatura di Serra, Aloi e Paterlini.
Ed ora, signore e signori, passiamo al piatto forte del post, si tratta di una comunicazione tra due telefoni cellulari, la zona è il Nord Italia, le identità e i numeri di telefoni sono… ok, stavo scherzando, questi dati ovviamente non li inserirò. Buon ascolto, ops, lettura.

– Oh buongiorno Custode mio venerandissimo, come si preannuncia la giornata?
– Umpf, mancavi solo tu…
– Ti sento maldormito, o Arcigno.
– [doppio] Umpf…
– Qualcosa ha per caso profanato l’augusto sonno del nostro sommo…
– Allora, dimmi che hai in mente senza tanti giri di parole.
– Ma nulla, stavo solo porgendoti i miei omaggi. Mi apprestavo giusto ora a una passeggiatina fuori e ti chiamavo appunto per…
– Ah ah ah eccoci. No, no, bellino. Dopo il fatto di Santabarbara e la lavata di capo che mi sono sciroppato da qui non esce più nessuno senza il Visto. Ce l’hai, tu? Allora presentalo in Foresteria e non ci saranno problemi.
– Ma via, tra noi uomini di mondo non vorremo mica frapporre questi scartafacci da burocrati…
– Seee, così magari succede come l’ultima volta che ti ho fatto uscire senza.
– Nessun problema, ho la mascherina, devo solo indossarla.
– Ahr ahr, l’indossavi anche durante la tua ultima “passeggiatina”, mi pare…
– Ma sì, ma sì, non so come, mi era scivolata giù senza che me ne rendessi conto.
– Ahr ahr, e nel frattempo hai fatto svenire due massaie, causato un incidente con relativa paralisi di tutto il traffico del Quartiere, e, dulcis in fundo, ti sei fatto quasi linciare come un emerito imbecille. Ahahah uhhhh…
– Sì, d’accordo però è finita bene.
– Se lo dici tu. Comunque, guarda caso, quelli del Secondo Piano mi hanno esplicitamente incaricato di dirti che non verranno a tirarti fuori dai bassifondi una seconda volta, caro il mio signor duenasi.
– Facciamo così: tu esci nel parco e distrattamente lasci per un attimo il cancello aperto, poi altrettanto distrattamente ti giri a dare un’occhiata alle petunie…
– Niente da fare.
– Tu lo sai bene, a parte l’ultima volta, non ho mai causato problemi, ti assicuro che non mi noteranno neppure strisciare.
– Sì certo, con quella palandrana da becchino, figurarsi… Dimmi un po’, ma pare a me o ti sei un po’, come dire, incurvato?
– Che vuoi dire?
– Mah, ti vedo più massiccio e un tantino più, uhm, inclinato in avanti.
– Boh, non capisco che vuoi dire.
– Mmm, neanche io in effetti, dipenderà dal tuo faccione abbrustolito che non riuscirò mai a digerire.…
– Ti ringrazio, lo prendo come un complimento.
– Piglialo come vuoi e dove vuoi, basta che ti levi di torno.
– Ah ma allora fai sul serio.
– Ho la voce di uno che scherza?
– Va bene, allora devo proprio rivolgermi a quelli del Secondo Piano…
– Ecco bravo, vai a rimediare il Visto, poi te ne potrai andare dove ti pare.
– Mi costringi alla ritorsione.
– Ah sì? E che mi farai? Uno starnuto bifronte in piena faccia?
– Mah. Credo che… mi vedrò costretto a ordinare al Fluido di sospendere le sue fiabe notturne e di starsene tranquillo nel suo lettino, invece di venire a stupirti nottetempo sulle virtù dell’acqua.
– Che c’entra questo? Che fai, mi ricatti?
– Dio me ne scampi! Ma tu sai l’ascendente che ho sul Fluido, basterebbe un sussurro e niente più minutissima iconografia del bestiario ittico nel metapensiero, niente più miti, misteri e tesori sommersi, basta con gli idraulici onnipotenti o i compendi di Fisica Marina, definitivamente troncato anche il progettino, che credo ti stia un poco a cuore, del Depuratore Universale, eh già, perché quella faccia? Mi racconta tutto il nostro comune amico, sai?
– [incomprensibile] [cade la linea]

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